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Il Valore della Ricerca

La storia della mia passione per la ricerca comincia nei primi anni ’90, quando mi appassionai alla biologia molecolare frequentando i laboratori dei proff. Carmelo Bruni e Lorenzo Chiariotti all’Università Federico II di Napoli.

Discussa la tesi di laurea sul tumore vescicale e intrapresa la strada della specializzazione in urologia, andai a frequentare un altro laboratorio diretto dal prof. Clemente Cillo, con cui svolgemmo ricerche sui geni morfogenetici nelle neoplasia urologiche. I risultati furono brillanti e furono oggetto di diverse pubblicazioni.

Nei laboratori apprendevo la pazienza, l’amore per il dettaglio, la tranquilla fatica del ricercatore che spesso giunge a scoperte importanti anche aiutato dall’intuito e da un pizzico di fortuna. Quando poi andai a trascorrere uno stage in Francia, fu allora che mi dedicai alla creazione del database internazionale sui tumori del rene, che poi diventò uno strumento per creare network, approfondire le ricerche e pubblicare molti articoli, avviare relazioni professionali via via sempre più coinvolgenti.

Fu così che dopo 5 anni trascorsi presso la Urologia Ospedaliera dell’Ospedale “G.Rummo” di Benevento sotto la direzione del Dott. Luigi Salzano, andai a collaborare in maniera quotidiana col prof. Luigi Schips, lavorando con lui presso la Unità di Urologia della ASL Lanciano Vasto del 2008.

Gli anni dal 2008 al 2018 furono anni di grande progresso a livello scientifico, perché la ricerca era diventata strutturata e più matura, spaziavamo tra la medicina nucleare e la chirurgia laser e single-port. Completati diversi corsi di specializzazione per la chirurgia miniinvasiva e robotica e terminato un programma di Dottorato in Medicina Traslazionale/Oncologia, con una tesi sui nuovi farmaci sul tumore prostatico avanzato, desideroso di nuove prospettive, iniziai a lavorare a Roma, come consulente urologo e mi appassionai all’idea di fare urologia e ricerca in un modo nuovo: attraverso i gruppi di professionisti associati.

Con il prof. Giovanni Ferrari e altri colleghi fondammo il Centro Urologico Europeo , con cui tutt’oggi collaboro, con una fitta rete di professionisti e di strutture sanitarie con grande entusiasmo, tentando di far crescere armonicamente chirurgia, ricerca e umanità.

Quello che ha accomunato tutto il mio percorso di formazione e la mia carriera ospedaliera, è stato lo spirito della ricerca che, tradotto in parole semplici, vuol dire osservare la realtà clinica, cercando di imparare da ogni singolo caso ma anche da casistiche ampie e diversificate.

Ricerca per me significa guardare il “particolare” per arrivare alla “regola“, significa andare dall’ “oggi al sempre“, dal “qui al dovunque“, dal dettaglio al “principio universale”.

Ricerca significa capire, ma ben oltre i dati clinici e la passione per la raccolta rigorosa delle informazioni, quello che mi ha appassionato è stata la relazione con i colleghi chirurghi e ricercatori. Ho interagito con prestigiose università e con piccoli ospedali, con accademici di grido e colleghi umili e lavoratori indefessi. Ho visto il merito schiacciato e la prepotenza avanzare, ma ho anche capito che il lavoro silenzioso e certosino soddisfa il ricercatore più della gloria dei congressi o il consenso dei social.

Ad oggi sono autore di circa 240 pubblicazioni internazionali sui più diversi aspetti della urologia: dalla oncologia alla urologia funzionale, dalla calcolosi alla chirurgia laser della ipertrofia prostatica, dalla terapia farmacologica alla biologia molecolare.

Se mi chiedessero che valore ha ogni singola pubblicazione, risponderei che il valore di ogni pubblicazione sta nel messaggio principale raccontato in ogni articolo scientifico. Ma se mi chiedessero qual è il valore complessivo della mia attività di ricerca direi più semplicemente che la ricerca è curiosità, intimità, determinazione.